Realizzate con materiali riciclabili o riciclati, legni di provenienza certificata, alimentate da sistemi di energie rinnovabili, dotate di sistemi di riscaldamento ecologici
Tutta l’attenzione che oggi viene posta alla scelta dei sistemi di riscaldamento della nostra casa, e l’ampia offerta commerciale che si ha a disposizione, è indice non solo della necessità di risparmiare economicamente in bolletta, ma anche di una nuova sensibilità, sia a livello individuale che collettivo, in merito alle tematiche ambientali e all’impatto che la vita umana ha sul Pianeta.
La bioedilizia è l’architettura del futuro, che si pone come obiettivo proprio il contenimento dell’impatto che le costruzioni determinano, e molti governi e organizzazioni private stanno proponendo idee innovative per incrementarla, con edifici che si basano su fonti rinnovabili anche per i sistemi di riscaldamento e ridotte emissioni di anidride carbonica.
Il Bahrain World Trade Center nel Golfo Persico è un edificio di 240 m di altezza, che ha vinto il premio LEAF perché attraverso 3 turbine eoliche (link all’articolo energia eolica) inserite tra le torri gemelle risolve la questione della produzione di energia elettrica (link all’articolo riscaldamento elettrico a basso consumo), con una capacità totale di 680 KW (circa il 13% del consumo energetico complessivo).
Il ponte Kurilpa in Australia, che con 85 pannelli solari soddisfa circa l’85 per cento del fabbisogno energetico del ponte, eliminando 39 tonnellate di emissioni di anidride carbonica all’anno, è il più grande ponte ad energia solare del mondo (link all’articolo riscaldamento a raggi infrarossi).
Ai piedi della Montagna Bianca nel deserto egiziano sorge Adrere Amellal, un resort costituito da argilla e pietre, composto da 39 camere, che per ridurre le emissioni di anidride carbonica utilizza fonti alternative di energia e materiali alimentari biodegradabili che vengono compostati.
Il Robert Redford è invece l’edificio più verde del mondo, non solo perché costruito con materiali rinnovabili e riciclabili (link all’articolo i guadagni dell’economia green), ma anche perché il 20 per cento del fabbisogno energetico è soddisfatto da pannelli solari, e viene utilizza meno della metà dell’acqua utilizzata da altri edifici delle sue stesse dimensioni, in quanto ricicla l’acqua piovana e possiede un sistema per le acque reflue.
È quindi oggi abbastanza consueto vedere nomi importanti dell’architettura impegnarsi nella realizzazione di case a baso impatto ambientale: è il caso di Philippe Stark che,
collaborando con l’azienda di costruzioni in legno Riko, ha partorito Path (Prefabricated Accessible Technological Homes), casa ecologica che nella sua versione base è disponibile al prezzo di 2500 euro al metro quadro, e che può essere arricchita con una serie di optional, dalla piscina (link all’articolo pompe di calore per piscine) ai sistemi per l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia (link all’articolo caldo si, ma quale?) anche per gli impianti di riscaldamento.
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