Così come il buongiorno si vede dal mattino, una bella casa si vede dagli esterni? Ne è convinta l’architettura odierna, per la quale i pavimenti esterni devono essere sempre più belli da vedere, grazie a formati, colori ed estetiche molto naturali che si integrano al meglio nell’ambiente.

Tuttavia, non si tratta solo di una questione di gusti, ma prima di tutto di funzionalità, giacché parliamo di materiali perennemente esposti ad agenti atmosferici. Dunque, al momento della scelta, sarà necessario prima di tutto considerare il tipo di habitat in cui si inseriranno i suddetti materiali, e dunque l’abbondanza di umidità, pioggia, neve, o sole, che essi dovranno tollerare. In secondo luogo bisognerà valutare le finalità, giacché un vialetto in giardino non avrà le stesse funzioni di un balcone o un terrazzo (dovrà resistere non soltanto al calpestio, ma anche al transito o alla sosta di automezzi), e dunque il prodotto impiegato non sarà lo stesso.

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Pavimenti da esterno

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In linea di massima ci sono due fattori da considerare: maggiore è la solidità del materiale, maggiore sarà anche la tenuta nel tempo; la tenuta dipende anche dal sostrato a disposizione (sabbia, erba o ghiaia).
Numerosi sono i materiali che si possono usare, ma i più diffusi sono quelli naturali come la pietra e il granito. Tra le pietre nostrane più diffuse vi sono i serizzi (di colore grigio con grandi cristalli bianchi), le beole (bianche, verdi o grigie), la pietra d’Istria, la pietra di Trani, i travertini, i quarzi, etc. Si ispira proprio alla bellezza della pietra naturale il pavimento stampato di Ideal Work: molto resistente, antisdrucciolo, facile da pulire, realizzato in calcestruzzo rinforzato con fibre in polipropilene, armato con rete elettrosaldata, e stampato con la tecnica dell’imprinting.

I graniti sono rocce dure e compatte, resistenti al gelo, agli sbalzi termici e alla luce: tra i più diffusi in Italia vi sono quello di Biaveno (vicino Domodossola), il granito sardo (bianco o rosa) e la sienite di Biella. Poco consigliato invece il marmo, pietra di origine calcarea più tenera e porosa e quindi meno resistente alle intemperie, alle abrasioni e alle macchie.

Le piastrelle in ceramica, in cotto e in gres materiali importanti per le ristrutturazioni casa, possono essere un ottimo prodotto per pavimenti esterni, perché sono resistenti a temperature inferiori a 0°. È in gres porcellanato smaltato il pavimento per esterni “Multiquartz20” di Marazzi, disponibile nei colori bianco, beige e grigio, e che può essere posato su erba, sabbia, ghiaia, su massetto e sopraelevato. Ancora in gres porcellanato, ma rettificata con l’impiego di tecnologia digitale, è la collezione di piastrelle “Da Vinci” di Ceramica Del Conca (anch’essa posizionabile a secco su erba, ghiaia o sabbia). È ignifugo, resistente agli attacchi chimici, all’abrasione e al gelo il pavimento per esterni in gres porcellanato “Out 2.0” di Refin Ceramiche, adattabile sia alla posa sopraelevata che a quella tradizionale con colla.

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Altri materiali adatti agli esterni sono le marmette cementizie, che hanno uno spessore di 3-4 cm che le rende molto adatte per i terrazzi (e per lo spessore possono essere posate direttamene sul terreno, a secco, ma meglio se su angolari in plastica che hanno lo scopo di tenerle distanziate tra loro e dal sottofondo impermeabilizzato).

I mattoni di cemento autobloccanti sono usati per pavimentare vialetti carrabili e parcheggi: hanno spessori di 7-8 cm, colori come grigio, giallo o rosso, e si posano direttamente sul terreno o su un letto di sabbia e cemento.

Per quanto riguarda il legno, generalmente esso non viene usato per esterni perché risente molto dell’umidità. Ma ovviamente possono farsi dei distinguo, come nel caso del teak e altri legni esotici, che sono per loro natura impregnati di resine che li rendono idrorepellenti: possono essere posati su un massetto cementizio o direttamente sul terreno.

Ad esempio, è in acacia massiccia la pedana “Runnen” di Ikea: semplice da separare per pulire agevolmente il pavimento sottostante e poi da rimontare. È molto stabile e duraturo il “Decking” di Listone Giordano in frassino trattato termicamente mediante vapore e spazzolato, in modo da divenire resistente all’attacco di insetti e funghi. E sono realizzate per il 70% di fibre di legno (e per il restante 30% in polimeri ecologici) le doghe “Beliebte” di Naturinform.

Tra i legni che invece è meglio evitare per pavimentazioni esterne c’è il pino: i numerosi nodi di cui è composto tendono a staccarsi con i processi di bagnatura ed asciugatura.

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E ora approfondiamo il discorso sulla già citata posa sopraelevata, ideale per i rivestimenti esterni, poiché non implica la demolizione del pavimento preesistente, è di facile manutenzione, può ospitare tubature o cavi elettrici e non ha bisogno di tempi di assestamento. Il pavimento sopraelevato da esterno consente di:

  • provvedere all’immediato defluire dell’acqua piovana

  • realizzare sistemi di canalizzazione a sottopavimento, eliminando l’umidità di risalita e le infiltrazioni

  • avere un rapido accesso al sottofondo per gli interventi di verifica e riparazione delle guaine isolanti

  • creare isole rialzate rispetto al piano strada, ottenendo quindi un nuovo piano di calpestio sollevato

  • isolare termicamente, soprattutto nei mesi estivi, i piani sottostanti.

Nell’utilizzo esterno dei pavimenti sopraelevati, Marazzi Engineering ha studiato la linea “Stone”, che prevede l’impiego di lastre in pietra naturale, tra cui Ardesia Cinzia, Ardesia Verde e Pietra della Lessina, tutte in formato 50 x 50 cm.

Cosa dire? Per essere belli dentro è necessario esserlo pure fuori!

Per qualsiasi informazione su pavimenti per esterni contattaci!

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