Si sa che per perdere peso le donne farebbero di tutto: diete ipocaloriche, lunghissime e faticose sedute di spinning-aerobica-acquagym e simili; o ancora meditazione e yoga, ipnosi e tanto altro. Addirittura alcune ricorrerebbero alla calce: il che non significa che si seppellirebbero sotto chili e chili di polvere bianca per nascondersi, ma che ricorrerebbero ad un antico rimedio naturale asiatico che consisterebbe, appunto, nell’utilizzare calce e miele in acqua per la ,  (aggiungendo acqua calda al succo di mezzo limone spremuto e a un cucchiaino di miele);

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Altri preferirebbero affidarsi a un frullato di papaia e calce (disintossicante e ricco di fibre), che si prepara con papaia tagliata a cubetti alla quale si aggiunge succo di lime, acqua fredda, polpa del frutto della passione e crusca (di frumento o avena), il tutto frullato minuziosamente; secondo altri invece il rimedio alla ciccia starebbe in acqua di calce, cetriolo e zenzero, bevanda che ridurrebbe la ritenzione idrica e consentirebbe di bruciare i grassi, e la cui preparazione consisterebbe semplicemente nel versare acqua in una bottiglia, insieme a fettine di lime, cetriolo, zenzero e menta, e nel conservare in frigorifero il beverone per 24 ore, per poi consumarlo durante il corso della giornata (un litro circa).

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Ora, al di là di questi consigli su quali non esprimiamo pareri (ma come avrete notato, abbiamo utilizzato sempre il condizionale), ricordate che è fondamentale consultare il proprio medico prima di iniziare un trattamento per la perdita di peso. E che forse è meglio destinare la calce ad altri usi! Al massimo ad una crema per le mani che associa l’acqua di calce (come si può intuire, questo composto saturo si ottiene mescolando calce con acqua, di modo che si formi una sostanza liquida e incolore, assieme ad un’altra opaca che si deposita sul fondo e che è idrossido di calcio).

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L’acqua di calce viene normalmente utilizzata in molteplici settori, tra cui: farmaceutico (come astringente, disinfettante e antiacido), quello edilizio (in particolare nel restauro, perché permette il consolidamento della pietra e degli intonaci), nel settore chimico (in quanto è una base fortemente alcalina che reagisce violentemente con gli acidi ed attacca molti metalli in presenza di acqua).

Perché quindi, invece che immetterla nel proprio regime alimentare, non si pensa ad utilizzarla per la costruzione e ristrutturazione della propria casa, degli appartamenti in città, delle ville e dei casali di campagna? Insomma, usatela dove meglio credete, ma se si tratta del vostro corpo pensatici un attimo (anche due o tre) in più!

D’altronde, numerosi sono gli usi che si fanno della calce viva:

  • per il pollame, per aumentare il calcio presente nel guscio;

  • per trattare le acque (riducendone l’acidità);

  • nella depurazione (per rimuovere i fosfati e altre impurità);

  • nella fabbricazione della carta (per dissolvere le fibre di legno);

  • come candeggiante e sbiancante;

  • per disinfettare ambienti;

  • in agricoltura (per correggere i terreni acidi);

  • in chimica (per purificare l’acido citrico e il glucosio, come essiccante e assorbitore di anidride carbonica);

  • per la stabilizzazione delle terre argillose nei sottofondi stradali;

  • come rivestimento delle pareti e del fondo di fosse scavate in terreni naturalmente impermeabili per l’infossamento di carcasse di animali infetti.

Si tratta infatti di un materiale noto fin dall’antichità, che viene ottenuto per cottura, a temperatura elevata, del calcare (roccia diffusissima in natura, costituita quasi esclusivamente da carbonato di calcio). I Fenici prima e i Romani dopo avevano già imparato a mescolare la calce con la sabbia, ottenendone la malta che utilizzavano come materiale da costruzione. Inizialmente adoperata nella forma di calce aerea (che indurisce solo se a contatto con aria) venne successivamente mischiata con pezzi di argilla cotta che ne alterano le caratteristiche di resistenza, impermeabilità e soprattutto ne consentono la presa anche in ambienti non a contatto con aria (tipicamente sott’acqua). Nascevano così le malte idrauliche (usate anche dagli ingegneri francesi nel 1750, che le mescolarono al cemento per costruire le fondazioni dei ponti).

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La pietra di cui prima, grossolanamente frantumata, è introdotta in appositi forni dove viene riscaldata gradualmente, per poi uscire dal fondo della fornace nell’arco di una decina di ore. In questa fase avviene una reazione chimica che porta alla liberazione di anidride carbonica e alla produzione dell’ossido di calcio. Si è ottenuta in tal modo la calce viva, comunemente commercializzata e della quale, poc’anzi, abbiamo elencato alcuni degli usi più frequenti. Per ottenere la calce idrata, o calce spenta, il materiale ottenuto deve subire anche una reazione di spegnimento. La calce spenta è usata:

  • come materiale da costruzione, unita alla sabbia;

  • come prodotto di finitura naturale (calce rasata, intonachino, pittura a calce) per la decorazione di pareti interne ed esterne;

  • come rivestimento murale impermeabile utilizzato sia in interni che in esterni;

  • mescolato al cemento per produrre una malta plastica adatta per gli intonaci;

  • nella concia delle pelli;

  • nell’industria petrolchimica (per produrre additivi per lubrificanti);

  • per la neutralizzazione e l’assorbimento di inquinanti;

  • per il trattamento dell’acqua usata nell’industria alimentare;

  • per correggere l’acidità dei terreni;

  • in agricoltura, unita al solfato di rame, come anticrittogamico;

  • nell’industria farmaceutica per preparare sali di calcio e magnesio;

  • in odontoiatria (come medicamento nei sottofondi) ed endodonzia.

Tuttavia, è necessario ricordare che la calce, e particolarmente quella viva, presenta una forte alcalinità e causticità, per cui l’accostamento alla pelle dell’ossido anidro può provocare gravi ustioni (come avviene con la soda caustica), e il contatto con poca acqua (non sufficiente ad assorbire il calore prodotto) può provocare una violenta ebollizione e la proiezione di schizzi caustici e bollenti: per questi motivi è importante utilizzare una tuta sicuramente impermeabile, guanti di qualità e occhiali protettivi quando si maneggiano la calce (sia solida che in soluzione) e la malta di calce.

Anche per questo è bene affidarsi ad un’impresa edile alla quale commissionare i lavori di costruzione e ristrutturazione; mentre, per quanto riguarda la vostra forma fisica, scendete dalla bilancia, e godetevi la vita (con moderazione, ovviamente, ma soprattutto col sorriso!).

Per qualsiasi informazione su i molteplici usi della calce contattaci!

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