Alla fine non tutti siamo pozzi di scienza, e non è detto, ad esempio, che per forza si debba conoscere il  Klinker o clinker. E per l’appunto: cos’è sto Klinkers? Beh, farvelo capire è abbastanza semplice: avete presente il materiale, tipicamente di colore azzurrino, che viene utilizzato per rivestire le pareti (sia quelle “sommerse” che quelle esterne) delle piscine? Ecco, quello è il Klinker! Quindi, se vi trovaste a volerne ristrutturare o costruire ex novo una, pensate che questo potrebbe essere il materiale a cui ricorrere. In sintesi, è un prodotto che si posiziona ai massimi livelli ceramici (molto vicini alla migliore porcellana) ed è ottenuto dalla cottura delle materie prime a temperature molto elevate (circa 1250° C), che ne inducono quasi una vetrificazione. Tale trattamento lo rende particolarmente denso e resistente, oltre che non igroscopico (in parole povere: non assorbe acqua). La diversa finitura superficiale che gli si può conferire (grezza, semilucida o smaltata) permette di coniugare estetica e tecnologia. Tra le materie prime che costituiscono il Klinkers una è l’argilla, che viene miscelata con acqua e subisce processi di essiccazione e macinazione e viene avviata automaticamente alla fase di impasto ad umido.

Questa fase permette di ottenere un composto soffice e plastico, ideale per essere estruso e foggiato nella successiva fase di trafilatura. Dopo la stagionatura e la formatura si arriva alla cottura. Le trasformazioni che si verificano nel prodotto per effetto di quest’ultimo step riguardano modificazioni chimico-strutturali, di volume e densità, e cromatiche. Questa è la più evidente: infatti, a seconda della temperatura raggiunta, il materiale può assumere vari colori (più le argille sono pure e pregiate, maggiore è la temperatura richiesta per la loro cottura, e quindi più scuri risulteranno i mattoni o le piastrelle che se ne ricaveranno).

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Klinker

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Diversi sono poi i processi a cui le piastrelle possono essere sottoposte, a seconda degli effetti che se ne desidera ricavare; tra questi la fiammatura (che si realizza ponendo le mattonelle a contatto con una fiamma ad alta temperatura per ottenere zone sfumate e con cromatismi attenuati) e la sabbiatura (che consiste nel soffiare sul pavimento granelli di sabbia e di vetro: questi hanno alto potere abrasivo e danno quindi origine ad una finitura ruvida e opaca, adatta soprattutto agli esterni, in quanto conferisce alle pavimentazioni ottime proprietà antiscivolo).

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Ecco, non è che tutti si debba sapere tutto, ma aver detto cos’è sto Klinker significa aver sopperito ad una lacuna non proprio piccola, perché non si tratta manco di un materiale tanto giovane: pensate che già dall’inizio del secolo in Olanda e Germania settentrionale era molto diffuso e utilizzato per pavimentazioni e strutture portanti di edifici. Poi, dopo gli anni Trenta, quando è stato introdotto il muro in cemento armato, il Klinker ha smesso la sua funzione portante ma, grazie all’estrusione meccanica dell’impasto d’argilla in mattoncini più leggeri, si è assistito ad una rapida diffusione di questo materiale trafilato in tutto il mondo. Innumerevoli edifici di grande rilevanza storia e paesaggistica sono stati realizzati attraverso l’impiego del Klinker: in Italia, la sua prima applicazione è stata il Palazzo dell’Arte di Milano, realizzato dal progettista Giovanni Muzio; i mattoni di Klinker, mischiati ad altri più chiari in modo da formare disegni e decorazioni, sono stati largamente adoperati nella New York del diciottesimo secolo; e sempre in America questo prodotto venne reso molto famoso dagli Architetti Greene & Greene di Pasadena (California).
Oggi in Klinker estruso vengono prodotte molte gamme di piastrelle che spesso sono utilizzate sia per pavimentazioni che per rivestimenti esterni, o ancora più frequentemente, come detto, per rivestire le piscine (in questi casi si ricorre a quello smaltato, spesso con il tipico colore azzurro). La scelta di questo impiego è da attribuirsi alla forte resistenza agli acidi e al gelo.

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Pur non essendo un prodotto tipicamente italiano, anche nel Belpaese ne esiste una buona produzione, destinata non solo al mercato nazionale ma (per la sua alta qualità) anche a quello estero. Basti pensare che erano di produzione italiana, e precisamente dell’azienda Klinker Sire di Cherasco (Cuneo), tutte le piastrelle per le piscine delle Olimpiadi di Londra svoltesi nel 2012: è davvero triste pensare che i 130 dipendenti dell’azienda, che fino a pochi anni fa era leader del settore, abbiano ricevuto lettera di licenziamento, e che la ditta, complice la crisi generale e più in particolare quella dell’edilizia, nel giro di pochi anni sia crollata, tanto da dichiarare fallimento. Per fortuna, ci sono altre aziende che, nonostante le difficoltà, resistono, come Laria, che dal 1961 a Torino produce piastrelle in klinker trafilato di alta qualità per pavimenti e rivestimenti esterni, per ambienti civili o industriali, che, vista la notevole offerta (da colori vivaci o sobri a grandi superfici monocrome, in rilievo, tono su tono, oppure a tinte contrastanti) si prestano a creazioni formali di ogni genere; oppure la Fersini Marco, con sede a Rivazzurra di Rimini, fondata nel 2005, e che nello specifico realizza pavimenti e rivestimenti in gres (disponibili in tutti i formati), pavimenti in cotto, pavimenti in ceramica, klinker, pietre naturali, etc.; o ancora la lombarda Esagono; la romana Car Manager Italia, azienda leader nella fornitura di materiale per l’arredo urbano e per l’edilizia, che propone numerose tipologie di soluzioni capaci di soddisfare tutte le esigenze per grandi prodotti in cemento come barriere spartitraffico, muretti per stazioni, barriere antirumore, oltre ovviamente all’ampia scelta di pavimenti sia per interni che per esterni, come gres porcellanato, Klinker, lastre in calcestruzzo, etc.

Ok, detto cos’è e raccontata un poco la sua storia, siamo arrivati ad una domanda fondamentale: ma quanto costa sto Klinker? Tranquilli: in realtà si tratta di un prodotto economico, tant’è che si trovano piastrelle di prima scelta (ovvero prive di difetti) a partire da 13 euro al metro quadro, anche lavorate con finiture tipo la sabbiatura e la levigatura (ovviamente il costo varia a seconda delle dimensioni delle mattonelle, della qualità, e della presenza o meno di decorazioni).

Un’altra domanda è: come lo si manutiene sto klinker? Ecco qua: per gli interni è necessario diluire un detergente neutro specifico per klinker in un secchio di acqua (nelle proporzioni indicate sulla confezione del prodotto), stenderlo in maniera uniforme sul pavimento e risciacquare (ogni tanto si può applicare della cera liquida all’acqua per rendere la superficie più lucida); per gli esterni bisogna procedere allo stesso modo, ma è consigliabile passare anche un protettivo idro-oleorepellente all’acqua non diluito, una o due volte all’anno (preferibilmente nei mesi di aprile e settembre).

In conclusione, direi che abbiamo chiarito abbastanza approfonditamente cos’è sto Klinker

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